L’acqua di casa tua è buonissima e la puoi tranquillamente bere.
In questo articolo spiegheremo i 4 motivi per cui dovresti preferire l’acqua di casa tua all’acqua in bottiglia.
Partiamo da un concetto basilare: in Italia, l’acqua del rubinetto è potabile. E viene sottoposta a regolari controlli (decreto legislativo n. 31/2001).
Nonostante ciò, molti hanno timore a berla. Spesso, infatti, l’acqua del rubinetto si presenta poco limpida e con sapore e odore a volte sgradevoli e poco invitanti.
Le caratteristiche organolettiche dell’acqua del rubinetto possono venire alterate a causa di svariati fattori che incorrono durante il trasporto nella rete idrica (es. tubature vecchie e usurate). Ad ogni modo, ci sono vari sistemi per migliorare l’acqua del rubinetto.
La plastica è un materiale dalla elevata persistenza nel tempo e di difficile smaltimento. Basti pensare che in Italia – che si annovera tra i primi consumatori di acqua in bottiglia – due terzi delle bottiglie immesse sul mercato non vengono riciclate.
Più precisamente, le bottiglie d’acqua sono in PET (polietilene tereftalato), uno dei materiali che, più di altri, provoca i maggiori impatti ambientali, sia in maniera diretta che post-consumo.
Le bottiglie di plastica infatti inquinano sotto tanti punti di vista:
per la produzione, che richiede acqua e petrolio
per il trasporto (emissioni di CO2)
per lo smaltimento
Una volta che le bottiglie di plastica raggiungono fiumi, mari e poi oceani, necessitano di 400 anni circa per degradarsi. Inoltre, va anche specificato che, consumandosi poco per volta, le bottiglie in PET si riducono in microplastiche, particelle di plastica minuscole, tossiche ed inquinanti, che entrano nel circuito della catena alimentare, provocando di conseguenza la morte di migliaia di animali, mettendo così in serio pericolo gli ecosistemi e la biodiversità.
Le casse d’acqua sono un gran peso. Il classico plateau d’acqua da 6 bottiglie pesa 9 kg, che diventano 12 con le bottiglie da 2 litri l’una.
Quando si va a fare la spesa, le casse d’acqua occupano gran parte dello spazio disponibile nel carrello. Inoltre, sono molto pesanti da maneggiare: prelevarle dallo scaffale e inserirle nel carrello, scaricarle alla cassa e poi rimetterle nel carrello, spostarle quindi nel bagagliaio dell’auto e poi trasportarle fino in casa (sperando di disporre di un ascensore se si vive ai piani alti!).
Facendo una buona scorta di casse d’acqua, è sempre poi un problema trovare un posto dove sistemarle in modo che siano facilmente raggiungibili ma senza creare intralcio nelle stesse stanze e negli spazi comuni.
Oltre al problema dell’inquinamento e alla scomodità pratica all’atto dell’acquisto, le bottiglie di plastica sono pericolose anche per noi umani.
Da un autorevole studio realizzato dall’Università statale di New York, è emerso che più del 90% dei campioni di acqua analizzati è risultato contaminato da microplastiche. Risultato simile è emerso da altri studi effettuati presso l’Università di Perugia. Nell’acqua in bottiglia di plastica è stata infatti riscontrata una elevata concentrazione di sostanze dannose e addirittura cancerogene se assunte per lungo periodo. Nello specifico, trattasi di monomeri, chetoni, aldeidi, antimonio e perfino formaldeide. Proprio da acetaldeide e formaldeide dipende quel tipico “sapore di plastica” che talvolta si avverte bevendo acqua in bottiglia.
Gli esperti sostengono che il rilascio di tali sostanze sia dovuto alle condizioni di trasporto e stoccaggio delle bottiglie d’acqua e dalla sua eventuale esposizione al sole.
Sull’etichetta, leggiamo: “Conservare in luogo fresco ed asciutto, lontano da fonti di calore”. Ma, al momento dell’acquisto, chi ci garantisce che tali prescrizioni siano state effettivamente seguite in precedenza?
Infine, ricordiamo che, una volta aperte, le bottiglie d’acqua incorrono in numerose occasioni di contatto con germi e batteri, e che la plastica, a differenza di quanto invece accade col vetro, trattiene facilmente.
Sono dunque numerosi e vari i motivi per cui è bene non scegliere l’acqua in bottiglia.
Ci sono tanti sistemi per migliorare l’acqua del rubinetto: depuratori a microfiltrazione, addolcitori, sistemi ad osmosi e depuratori a osmosi inversa.
Per scegliere la soluzione migliore che fa per te, affidati ad ML ACQUE PIACENZA, una delle aziende più importanti nel settore della depurazione dell’acqua ad uso domestico. I nostri tecnici esperti, dopo aver esaminato e valutato le caratteristiche dell’acqua di casa tua, ti sapranno proporre le tecnologie più valide per migliorare l’acqua del tuo rubinetto.
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Leggi quali sono le risposte alle domande più frequenti.
I fattori da considerare sono tanti e vari. Tra i principali, lo spazio fisico a disposizione, la potenza del depuratore stesso, il tipo di filtrazione, l'acqua desiderata (liscia, gasata, fredda...) e il numero dei componenti del nucleo famigliare.
È un'acqua pura e di qualità. Possiede tali caratteristiche perché è stata sottoposta al processo di osmosi, che ha permesso l'eliminazione di cloro, eccessi di calcio, sali, nitrati ed altre eventuali sostanze aggiuntive potenzialmente dannose
Sono i due metodi di purificazione delle acque più comuni. La microfiltrazione trattiene i microrganismi nocivi senza alterare i sali minerali. L'osmosi, invece, agisce come separatore molecolare trattenendo ciò che non riconosce come “molecola d'acqua”
È un dispositivo che si applica attorno ai tubi dell’acqua e che, inviando impulsi elettrici e nessun tipo di agente chimico, va a neutralizzare le particelle solide prodotte dal calcare.
Un sistema ecologico che non altera il sapore dell'acqua
Ad ogni richiesta di erogazione, l'acqua passa attraverso un sistema di filtri. Il processo della microfiltrazione permette così di eliminare ogni traccia residua di cloro ed qualsiasi altra eventuale particella solida potenzialmente dannosa
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